venerdì 17 aprile 2020

La nostra primavera







Bisognerà ripartire da qui, da un rapporto diverso con la natura, e con la terra che ci nutre, riprendendoci la qualità del tempo e del cibo, del lavoro e della condivisione. Gli orti del Pellicano hanno sempre assecondato le stagioni: abbiamo imparato dalle api a nasconderci d’inverno e a incontrarci di nuovo in primavera, abbiamo seguito le zucche e le verze che lentamente fioriscono in autunno e aspettiamo l’estate con tutti i suoi frutti. Con la pazienza e il rispetto dovuti all’aria, all’acqua e ai semi nei solchi, anche quest’anno, nonostante il virus, l’emergenza e il caos, nei nostri campi, la natura ci ha risposto con la gentilezza delle fragole, dell’aglio, delle cipolle che stanno sbocciando senza esitazioni. Presto saranno seguiti dagli altri frutti e dagli altri ortaggi che portano sempre un messaggio: questo piccolo e florido pianeta è molto generoso con chi lo abita nella consapevolezza di esserne un ospite, e nemmeno il più importante.

1 commento:

  1. letto sul muro di fianco al termovalorizzatore:
    Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro.
    Improvvisamente Disney è fuori dalla magia,
    Parigi non è più romantica,
    New York non si alza più in piedi,
    il muro cinese non è più una fortezza,
    e la Mecca è vuota.

    Abbracci e baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d'amore.

    Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l'ossigeno per cui stai combattendo.

    Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie.
    Penso che ci stia inviando un messaggio:
    "Non sei necessario. L’aria, la terra, l'acqua e il cielo senza di te stanno bene.
    Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti.
    Non i miei padroni”.

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