L’orso in cucina è nato proprio dalla mia passione per il cibo e per la condivisione. A un certo punto ho sentito che cucinare non mi bastava più: volevo raccontare quello che preparavo, i gesti, le storie dietro ogni piatto. Così ho iniziato a condividere ricette sui social, a partecipare a eventi, a collaborare con realtà che stimavo. Con tanto studio, tenacia e cuore, quella passione è diventata il mio lavoro.
Le tue ricette hanno un’attenzione alla varietà e a gusti particolari, con associazioni degli alimenti molto coordinate. Quale è la tua filosofia di fondo quando prepari una ricetta?
Quando creo una ricetta, penso prima di tutto a chi la mangerà. Mi piace che sia equilibrata, sorprendente ma anche accessibile. Non seguo una regola fissa, ma cerco armonia: nei colori, nei sapori, nelle consistenze. E mi piace inserire sempre un tocco personale, qualcosa che racconti un pezzo della mia storia.
C’è una ricetta, o più di una, che ti rappresenta in modo particolare?
Gli arancini al ragù, senza dubbio. Sono il simbolo della mia Sicilia e il piatto che preparo più spesso negli show cooking. Ma anche la caponata, che ho reinterpretato in mille modi. Sono ricette che mi rappresentano perché mettono insieme tradizione, creatività e tanta cura.
Dedichi molta attenzione alla materia prima: quali sono le prerogative principali per cui scegli con quali ingredienti lavorare?
Scelgo sempre ingredienti di stagione, freschi e il più possibile locali. Amo conoscere i produttori, sapere da dove viene quello che porto in tavola. E cerco sempre materie prime che parlino da sole, che non abbiano bisogno di troppi fronzoli per brillare nel piatto.
C’è un’associazione che viene spontanea seguendo l’Orso in famiglia, ovvero che un’alimentazione sana sia anche il frutto di una certa familiarità con la cucina, con il tavolo da pranzo e più in generale con la forza conviviale del cibo. È così?
Assolutamente sì. Per me la cucina è prima di tutto casa, è quel luogo dove ci si incontra, si parla, si sta insieme. Credo che crescere in un ambiente dove si cucina e si mangia insieme con regolarità aiuti ad avere un rapporto più sano e gioioso con il cibo.
Dedichi molta cura anche alla presentazione che diventano delle piccole opere d’arte. Quando è importante, per te, un’adeguata presentazione di una ricetta?
L’occhio vuole la sua parte, ma non è solo questione di estetica. Una bella presentazione racconta il rispetto per ciò che si è cucinato e per chi lo mangerà. Anche un piatto semplice può diventare speciale se è impiattato con amore.
Tra le attività dell’Orso in cucina spicca l’attitudine alla comunicazione, in tutti le sue forme: al di là delle specifiche nozioni legate al cibo e alla preparazioni, cosa cerchi di trasmettere?
Cerco sempre di trasmettere calore, autenticità e passione. Per me la cucina è un linguaggio universale che unisce, consola, celebra. E mi piace che chi mi segue senta che dietro ogni piatto c’è una persona vera, con le mani in pasta e il cuore sul tagliere.
Potendo aprire il libro dei sogni, e viaggiare nel tempo e nello spazio, per chi ti piacerebbe cucinare, e cosa prepareresti?
Mi piacerebbe cucinare per mia nonna, che è stata una delle persone che mi ha trasmesso l’amore per la cucina. Le preparerei la mia caponata e la pizza, proprio come piaceva a lei. E poi, il mio piatto preferito: il timballo di anelletti. È un concentrato di profumi, ricordi e sapori che mi riportano sempre a casa.
Un aspetto che torna spesso nelle tue ricette e in tutto il lavoro dell’Orso in cucina è il tuo legame con la Sicilia. Ce lo vuoi raccontare, citando magari il piatto siciliano che preferisci?
La Sicilia è parte di me. Nei profumi, nei colori, nei sapori. Ogni volta che cucino qualcosa che profuma di mare, di agrumi, di mandorle o di capperi… torno lì. Il mio piatto preferito? Il timballo di anelletti: ricco, avvolgente, tradizionale e profondamente mio.
Un’ultima curiosità: ci puoi anticipare cosa cucinerai per l’inaugurazione delle cucine frutto del progetto Cuciniamo a impatto zero?
Per l’inaugurazione delle cucine del progetto Cuciniamo a impatto zero, ho pensato a un menù che racconti la mia Sicilia e il legame con la stagionalità e l’orto: bruschetta con caponata, frittatine con le uova dell’orto, arancino alla norma, involtino di vitello alla palermitana con salsa alla menta e zucchine, cannolo siciliano. Una proposta semplice ma ricca di gusto e significato.
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