In una giornata ricca di interventi sono stati presentati i risultati di due anni di ricerca, testimonianze, buone pratiche e opportunità per il territorio lodigiano promosse dal progetto ImpollinAzione Urbana.
Ad aprire le danze sono stati i saluti istituzionali e il benvenuto del professor Mauro Di Giancamillo, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali (DIVAS) che ha illustrato i motivi fondamentali della partecipazione dell’istituzione universitaria a ImpollinAzione Urbana che risiedono nella cosiddetta “terza missione”, ovvero oltre all’insegnamento e alla ricerca, la proiezione, o meglio il “public engagement” verso le comunità cittadine e del territorio.
Un tema ripreso e approfondito da Gian Marco Locatelli, project manager di ImpollinAzione Urbana che ha sottolineato la costruzione di una rete di collaborazioni alla fonte del progetto che, oltre all’Università degli Studi di Milano, ospite dell’incontro nella splendida cornice del polo di Lodi, comprende il contributo della Fondazione CARIPLO, l’intervento del Movimento Lotta Fame nel Mondo e della comunità Il Pellicano, nonché il sostegno della città di Lodi, del Parco Adda Sud e della Federazione Apicoltori Italiani.
Enrico Castelvecchio e Viola Guerci hanno poi descritto nei dettagli operativi lo sviluppo sul territorio di ImpollinAzione Urbana, dai corsi per apicoltori alle informazioni nelle scuole e per le famiglie sull’importanza degli insetti impollinatori (nello specifico, le api domestiche) e del loro irrinunciabile ruolo per la salvaguardia della biodiversità.
In questa specifica direzione si sono alternati gli interventi dei professori Michele Mortarino e Rita Rizzi che nelle loro relazioni hanno sintetizzato la difficile condizione degli impollinatori, dovuta alla riduzione del loro habitat, all’inquinamento e allo sconsiderato uso di insetticidi e pesticidi nell’agricoltura intensiva. Un segnale non trascurabile dato che le api domestiche sono responsabili di una percentuale maggioritaria dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta. Un dato che è il nucleo principale delle motivazioni del progetto ImpollinAzione Urbana.
La componente più avanzata del progetto è stata proprio quella della ricerca dei metalli pesanti presenti nell’aria e nell’ambiente capaci di inibire e debilitare le normali funzioni delle api. Per rilevare la presenza delle sostanze nocive (in particolare mercurio e selenio) sia all’interno che all’esterno dei corpi degli insetti sono state attrezzate arnie top bar in due postazioni agli estremi della provincia di Lodi. Una nel contesto urbano di SanFereorto, creato proprio da ImpollinAzione Urbana, e uno in un’area agricola, a Rossate di Lavagna, nell’ambito territoriale del Parco Adda Sud.
Le strutture in grado di monitorare autonomamente, grazie ai pannelli solari, peso, movimento e condizioni di salute delle api (nonché le variazioni meteorologiche) hanno garantito un flusso costante di dati, poi elaborati e presentati dalla professoressa Annamaria Costa che si è avvalsa della collaborazioni dei colleghi dell’Università di Bologna per le analisi e dell’Università di Cagliari per la fornitura del muschio come strumento comparativo della presenza dei metalli.
Un work in progress ancora in corso perché la ricerca non è facile e non è veloce, ma che nello svilupparsi di ImpollinAzione Urbana, come ha ricordato nelle conclusioni Gian Marco Locatelli ha già raggiunto il traguardo di una visione comune nel percepire l’urgenza di una sensibilizzazione rispetto alla tutela dell’ambiente e della biodiversità sul territorio.
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