Promosso da Agriculture Sociali 3.0, è stato un successo il primo Pellicano Camp, ospitato presso la comunità di Monte Oliveto di Castiraga Vidardo dal 24 al 28 luglio e dal 31 luglio al 4 agosto. Hanno partecipato quindici bambini che per due settimane hanno potuto scoprire la natura, le api, le galline e le coltivazioni. L’iniziativa è nata nell’ottica di favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia ed è stata sviluppata come azione della coprogettazione di Agriculture Sociali 3.0, nata su impulso della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi onlus, che in sinergia con l’Ufficio di Piano Ambito Lodi ha sollecitato enti pubblici e privati del territorio a collaborare sul tema dell’agricoltura sociale per dare risposte alle nuove povertà. Un progetto frutto di collaborazione che ha dato soddisfazione a bambini e genitori, ma anche alle educatrici e ai responsabili. Secondo loro il Pellicano Camp di quest’estate è stata un’esperienza sorprendente da ogni punto di vista e merita senza dubbio di essere ripetuta e, potendo, ampliata, come si evince dalle dirette testimonianze. Tutti i pareri concordano, a partire dall’opinione di Francesca Farina, una delle due educatrici che hanno seguito i bambini durante il Pellicano Camp: “È stato molto bello e interessante perché la struttura del Pellicano offre molti spunti per le attività dei bambini che sono rimasti affascinati dall’orto e dal pollaio, ma in generale da tutti gli elementi naturali, a partire dagli spazi verdi dove potevano correre, giocare e divertirsi. È un ambiente molto bello e noi l’abbiamo sfruttato restando fuori, all’aperto, per la gran parte del tempo. I bambini si sono divertiti tantissimo, ma li abbiamo scoperti davvero impegnati a scovare le uova e a raccogliere le verdure nell’orto, al punto che qualcuno chiedeva se si poteva andare tornare e qui mi ha colpito la disponibilità della comunità e dei suoi ospiti che si sono resi partecipi delle nostre attività, cogliendo anche la ventata di freschezza che hanno portato i bambini. Senza dubbio un’esperienza validissima, sicuramente da ripetere”. Lo conferma anche Noemi Sabbioni, l’altra educatrice, aggiungendo alcuni dettagli importanti: “All’inizio mi preoccupava la possibilità che potessi dare fastidio alla routine quotidiana della comunità, ma poi si sono dimostrati tutti molto comprensivi e disponibilissimi, anche a seguire da vicino i lavori e le attività con i bambini. L’ambiente, poi si è rivelato l’ideale, perché si sono molti spunti diversi: le galline, le api, gli orti e gli spazi così grandi rendono possibile giocare e divertirsi in tutta libertà. È stata senza dubbio un’esperienza molto positiva che potrebbe essere allargata e ampliata: alla fine i bambini e i genitori erano entusiasti e credo sia giusto e possibile coinvolgere ancora più famiglie”. Il Pellicano Camp ha convinto anche tutta la comunità del Pellicano, così come conferma in prima persona il suo fondatore e responsabile, Peppo Castelvecchio: “Era un’esperienza completamente nuova anche per la comunità, con tanti ospiti, che hanno i figli a casa, che hanno potuto riassaporare il senso di serenità e di accoglienza con i bambini. Per noi è un’esperienza da ripetere e da allargare perché contribuisce a completare la natura del Pellicano. È vero che nasciamo come comunità terapeutica, ma la nostra vocazione è stata quella di essere sempre disponibili alle esigenze del territorio e nelle nostre diverse opzioni abbiamo ospitato disabili, disoccupati e, più di recente, persone che devono svolgere lavori socialmente utili. La realtà degli orti, delle api, più in generale dell’ambiente e della biodiversità poi si presta in modo particolare a queste esperienze, ma anche a ricordare Il Pellicano è comunità aperta a tutti e senza dubbio il Pellicano Camp merita di essere approfondito”.
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