Nel corso della festa della comunità Il Pellicano, Peppo Castelvecchio, fondatore, presidente e ispiratore si è soffermato per un riflessione dedicata alla svolta intrapresa, nel 2015, verso l’agricoltura sociale: “Per noi, l’avventura degli orti sociali è partita spontanea e via via è diventata una realtà sempre più organica. Abbiamo cominciato da soli e adesso ci ritroviamo felicemente dentro una realtà grande come AgriCulture Sociali 3.0: è stato un percorso interessante ed entusiasmante, anche, perché quando siamo partiti non pensavo, anche se magari speravo, pensando sempre alla nostra formazione utopica, che approdassimo a qualcosa. Ci abbiamo creduto fino in fondo partendo sempre dal solido presupposto che la terra è di Dio, è di tutti ed è affidata a noi, ed è da valorizzare in particolare in una realtà come il territorio lodigiano dove purtroppo le coltivazioni intensive, l’espandersi delle logistiche e delle infrastrutture tendono a influire sull’ambiente e della terra stessa. Con l’impegno dei nostri volontari e con la disponibilità degli operatori ci siamo fatti coinvolgere nei progetti di agricoltura sociale condividendo il nostro piccolo modello, che è proprio questo: partendo dalla terra, sporcandoci le mani, piano piano siamo riusciti a creare un circolo virtuoso, cercando di trasmettere quel valore non negoziabile che è la solidarietà, tenendo sempre aperta una porta. Abbiamo sostenuto gli sforzi iniziali di Sanfereorto che sta portando avanti in modo molto valido ed efficace l’idea di un orto sociale in ambito urbano e siamo arrivati a collaborare con l’Università con l’idea costante di creare una rete. Il coinvolgimento delle istituzioni, come abbiamo fatto fin da subito con il comune di Lodi e con Lodivecchio poi, è la dimostrazione che abbiamo sempre cercato di condividere la nostra esperienza sul territorio. Credo che AgriCulture Sociali 3.0 sia un tassello molto importante nel trasmettere il senso delle nostre azioni verso una consapevolezza delle potenzialità del territorio, di un approccio diverso alla qualità del raccolto e del gusto del cibo e di una valorizzazione dei rapporti umani. In questo il nostro simbolo è il cancello del Pellicano che è stato messo in opera per proteggere gli ospiti: non è una soluzione, è un deterrente, ma è sempre è aperto”. (L'immagine è un'idea del logo del Pellicano curata da Rachele Denti da un'elaborazione grafica di un'assegnazione del liceo artistico Callisto Piazza, Lodi)
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